Guerra Israele – Hamas, le notizie di oggi

Guerra Israele – Hamas, le notizie di oggi

Guerra Israele – Hamas, le notizie di oggi


Il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha definito le attuali tensioni tra Israele e Hezbollah “estremamente pericolose”. Il portavoce ha detto che gli Stati Uniti stanno lavorando per contenere la violenza in modo che non si trasformi in una guerra a tutti gli effetti. Miller ha poi ribadito che un cessate il fuoco a Gaza “ci aiuterebbe a raggiungere la calma nel nord di Israele e nel sud del Libano”, il che potrebbe portare a un accordo a lungo termine che consentirebbe alle decine di migliaia di sfollati israeliani di tornare alle loro case al confine settentrionale.

Putin: “La situazione a Gaza è il risultato del fallimento completo degli Stati Uniti”

“La situazione a Gaza è il risultato del fallimento completo degli Stati Uniti”; nella Striscia “si sta verificando la totale distruzione della gente civile”, qualcosa che “non assomiglia a una guerra”. Così il presidente della Russia Vladimir Putin durante un incontro con le agenzie di notizie internazionali.

Hezbollah rivendica l’attacco con droni nel Nord di Israele

Hezbollah ha rivendicato la responsabilità dell’attacco con droni carichi di esplosivo contro la città di Hurfeish, nel nord di Israele, sostenendo che l’obiettivo fosse una postazione dell’esercito nell’area. Il gruppo sciita libanese ha detto di aver attaccato per rappresaglia ai raid israeliani nel sud del Libano di questi giorni, tra cui quello a Naqura di ieri, dove è stato ucciso un membro di Hezbollah.

Attacco di Hezbollah con un drone, l’Idf conferma: “Almeno 11 feriti a Hurfeish”

L’esercito israeliano ha confermato l’attacco a Hurfeish; secondo le prime valutazioni, almeno un drone carico di esplosivo ha colpito la zona, ferendo 11 persone, di cui una in modo grave. L’Idf sta indagando sul motivo per cui le sirene non abbiano suonato durante l’attacco.

L’Idf: “Trovato un tunnel importante di Hamas a Rafah”

L’esercito israeliano (Idf) ha rivelato di aver scovato un tunnel “importante” di Hamas a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, adiacente al valico di frontiera con l’Egitto, che sarebbe stato utilizzato dal gruppo terroristico per contrabbandare armi nella Striscia. Lo riporta il Times of Israel.

Hanyeh: “Hamas favorevole a ogni accordo che preveda la fine della guerra e il ritiro di Israele da Gaza”

Il leader politico di Hamas Ismail Hanyeh ha detto che il gruppo “si rapporterà in maniera seria e positiva a qualsiasi accordo basato sulla completa cessazione delle ostilità e sul ritiro israeliano da Gaza”

L’Ue invita Israele a un Consiglio di Associazione ad hoc

L’Unione Europea, a quanto si apprende da fonti comunitarie, ha inviato al governo Netanyahu l’invito per la convocazione del Consiglio di Associazione Ue-Israele. “A seguito dell’accordo della scorsa settimana al Consiglio Affari Esteri, ho inviato l’invito al ministro degli Esteri Israel Katz per un Consiglio di Associazione Ue-Israele ad hoc”, ha scritto su X l’Alto Rappresentante Josep Borrell.
Nel corso del Consiglio Affari Esteri è emersa l’indicazione di verificare il rispetto dei termini dell’Accordo di Associazione, che ha tra le condizioni per la sua legittimità il rispetto dei diritti umani da parte di entrambi le parti.

Gallant, ‘negoziati con Hamas solo sotto il fuoco’

“Tutti i negoziati con Hamas avverranno solo sotto il fuoco”. Lo ha detto, riferendosi alla trattative per una nuova tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi, il ministro della difesa Yoav Gallant che oggi ha volato sui confini con Gaza e il Libano. “Gli attacchi dell’Idf sono visibili su ogni fronte. Andremo avanti e – ha aggiunto – logoreremo il nemico”.

Smotrich, no ad accordo per terroristi con mani insanguinate

“Non permetterò il rilascio di centinaia di terroristi con il sangue sulle mani per il bene di un accordo”. Lo ha detto il ministro israeliano delle Finanze e leader di destra, Bezalel Smotrich, durante un’intervista radiofonica citata da Maariv, ribadendo la sua contrarietà a un’intesa con Hamas che preveda lo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi. Secondo Smotrich gli ostaggi dovrebbero essere vendicati “eliminando” i leader di Hamas Yahya Sinwar e Mohammed Deif e “aumentando la pressione militare”.

Israele, Idf ufficializza nascita nuova unità Lotar

L’esercito israeliano ha ufficializzato la nascita della nuova unità speciale di antiterrorismo ‘Lotar’. Il suo compito – dopo le lezioni apprese dall’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso – è quello di “fornire una risposta rapida e immediata ad incidenti terroristici” nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia. L’Unità è composta di riservisti, veterani delle unità di elite che vivono in quelle comunità o nelle vicinanze.
Lo scorso 24 maggio l’Idf fece sapere già di un primo impiego dell’unità Lotar nella battaglia contro il tentativo di Hamas di riorganizzarsi a Jabalya, nel nord di Gaza.

Sullivan: Israele sostiene proposta Usa, mondo faccia pressione su Hamas

Israele ha confermato che è “ancora sul tavolo” la proposta avanzata dal presidente americano, Joe Biden, per un accordo sul cessate il fuoco e sugli ostaggi a Gaza. Lo ha indicato il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, in un’intervista alla Nbc nella quale ha spiegato che il governo israeliano ha confermato “ancora una volta” agli Stati Uniti che sostiene la loro proposta. “Hamas deve rispondere e il mondo intero dovrebbe fare pressione su Hamas affinché la accetti”, ha aggiunto il consigliere.

Agenzie Onu: fame a Gaza peggiora, a rischio oltre 1 mln

Oltre un milione di palestinesi rischiano di dove affrontare il più elevato livello di fame entro la metà del prossimo mese se la guerra dovesse continuare. Lo affermano in un rapporto congiunto il Programma alimentare mondiale (Pam) e la Fao, secondo cui la situazione alimentare nell’enclave sta peggiorando per le pesanti restrizioni sul fronte dell’accesso umanitario e per il collasso del sistema alimentare a Gaza provocato da quasi otto mesi di conflitto. Integrated Food Security Phase Classification, autorità mondiale nel determinare l’entità delle crisi alimentari, ha affermato a marzo che circa 677mila persone a Gaza stavano sperimentando la Fase 5 della fame, il livello più alto, equivalente alla carestia. Ma secondo Fao e Pam questa cifra potrebbe superare il milione entro la metà del prossimo mese.

(afp)

Esercito,: “A breve primi esiti indagine su fallimento 7 ottobre”

L’esercito israeliano ha detto, citato dai media, che comincerà a presentare gli esiti delle sue indagini sul fallimento che ha preceduto l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre a partire dal prossimo mese. Secondo il programma dell’Idf, ad inizio luglio sarà presentata la prima parte dell’indagine al capo di stato maggiore Herzi Halevi e poi via via il resto.
L’indagine riguarda anche le battaglie svoltesi contro Hamas tra il 7 e il 10 ottobre quando le truppe israeliane ripresero il controllo sulle comunità e sulle basi militari nel sud di Israele che erano state invase da Hamas. Sotto la lente di ingrandimento – è stato sottolineato – circa 40 luoghi di battaglia e più di 20 comandanti.

Netanyahu a Kiryat Shmona ma non vede sindaco, polemiche

È polemica in Israele dopo che il premier Benjamin Netanyahu non ha incontrato il sindaco di Kiryat Shmona, Avichai Stern, durante una visita nella città settentrionale, nel mirino dei missili di Hezbollah. Il primo cittadino ha accusato il capo di governo di impegnarsi in “politiche a buon mercato in tempo di guerra”. “É tutto uno show per questo governo”, ha aggiunto.
Immediata la replica dall’ufficio del premier che ha sottolineato come si sia trattato di “un tour militare”: “Non sono stati organizzati incontri di civili con lui, nemmeno con il sindaco di Kiryat Shmona. I funzionari civili non sono stati invitati”. Ma il mancato faccia a faccia è stato criticato anche dal ministro dell’Interno, Moshe Arbel, secondo il quale la decisione “indica scarsa capacità di giudizio e di politica in tempo di guerra”.

(afp)

Netanyahu querela alcuni giornalisti, ‘bugie sulla mia salute’

Il premier Benyamin Netanyahu ha sporto querela – con risarcimento economico – contro i giornalisti Ben Caspit, Ori Misgav e l’attivista Gonen Ben Yitzhak accusandoli di aver diffuso menzogne sulla sua salute. Secondo l’accusa, i tre avrebbero sostenuto sui media che “il premier ha un tumore al pancreas ed è impossibilitato a ricoprire il suo ruolo”. “Affermazioni – ha detto l’ufficio del premier – che sono bugie e falsità. Netanyahu è in perfetta salute per una persona della sua età”.

Msf: 70 morti all’ospedale al-Aqsa, situazione “apocalittica”

Almeno 70 morti e oltre 300 feriti, la maggior parte dei quali donne e bambini, sono arrivati dalla giornata di ieri all’ospedale di Al-Aqsa, supportato da Medici Senza Frontiere (Msf), a causa dei pesanti attacchi israeliani nell’Area di Mezzo della Striscia di Gaza. “L’odore di sangue nel pronto soccorso è insopportabile. Ci sono persone stese ovunque, sul pavimento, fuori…I corpi sono stati portati in sacchi di plastica. La situazione è apocalittica”, ha dichiarato Karin Huster, responsabile medica di Msf a Gaza, secondo una nota diffusa dall’organizzazione.

Scontri a Gerusalemme prima della marcia della bandiera

Violenti scontri sono scoppiati nel quartiere arabo della Città Vecchia di Gerusalemme, appena dentro la porta di Damasco, prima della Marcia della Bandiera nel Giorno di Gerusalemme. Giovani religiosi nazionalisti hanno lanciato pietre e attaccato i residenti arabi locali. Lo riporta il Times of Israel, aggiungendo che la polizia ha cercato di separare le due parti.

Inneggiando “a morte agli arabi”, i giovani nazionalisti hanno aggredito i giornalisti per impedire loro di filmare – scrive il giornale israeliano – mentre un agente di polizia ha spinto un fotoreporter arabo, che riporta un lieve taglio sulla fronte. Un manifestante ha cercato di rompere il telefono di un giornalista del Times of Israel che stava filmando gli scontri.

Ben Gvir, non voteremo con governo se non vediamo intesa

‘Potere ebraico’, il partito di Itamar Ben Gvir, non voterà con la coalizione di governo di cui fa parte finchè il premier Benyamin Netanyahu non renderà noto integralmente l’accordo sulla possibile tregua con Hamas. “Il premier – ha denunciato il partito – nasconde la bozza dell’accordo con Hamas che prevede una clausola sulla fine della guerra, e addirittura evita di presentarla al ministro Ben Gvir nonostante la sua promessa”. ‘Potere ebraico’, il partito di
Itamar Ben Gvir, non voterà con la coalizione di governo di cui fa parte finchè il premier Benyamin Netanyahu non renderà noto integralmente l’accordo sulla possibile tregua con Hamas. “Il premier – ha denunciato il partito – nasconde la bozza dell’accordo con Hamas che prevede una clausola sulla fine della guerra, e addirittura evita di presentarla al ministro Ben Gvir nonostante la sua promessa”.

Hamas, bilancio morti a Gaza sale a 36.586

Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato che almeno 36.586 persone sono state uccise nel territorio durante gli oltre sette mesi di guerra tra Israele e i militanti palestinesi. Il bilancio comprende almeno 36 morti nelle ultime 24 ore, ha dichiarato il ministero, aggiungendo che 83.074 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele il 7 ottobre.

Israele, ‘nuove sirene di allarme al nord con il Libano’

Le sirene di allarme sono tornate a risuonare nel nord di Israele al confine con il Libano. Lo ha fatto sapere l’esercito.

Polizia ha sedato tafferugli nella Città Vecchia a Gerusalemme

La polizia israeliana ha sedato tafferugli tra giovani ebrei ed arabi avvenuti questa mattina nella Città Vecchia a Gerusalemme dove si celebra il ‘Jerusalem Day’, la riunificazione della città sotto controllo israeliano alla fine della Guerra dei 6 giorni. Lo hanno riferito i media segnalando che non ci sono feriti.
Nel tardo pomeriggio è prevista la ‘Marcia delle bandiere’ che partirà dalla Porta di Damsco per poi proseguire nella parte araba della Città Vecchia e a cui ha annunciato la sua partecipazione il leader della destra radicale e ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Intanto centinaia di fedeli ebrei – incluso il ministro del governo, Yitzhak Wasserlauf (Potere ebraico) e il deputato Yitzhak Kreuzer (Potere ebraico) – questa mattina sono saliti sulla Spianata delle Moschee che per gli ebrei è il Monte del Tempio. La polizia – secondo Haaretz – ha arrestato alcuni di questi fedeli che cercavano di pregare e di sventolare bandiere israeliane, atti proibiti dalle regole in vigore sul posto.

Tajani, partiti da Italia aiuti per gente Gaza

“La prima cosa che l’Italia sta facendo è quella di mandare aiuti, sia alimentari sia sanitari, compresi una serie di tende e un ospedale da campo avanzato, attraverso il progetto ‘Food for Gaza’. E’ un progetto che stiamo realizzando con la Fao, con il Programma alimentare mondiale, la Croce Rossa, la Mezzaluna Rossa e con il sostegno anche della nostra Protezione civile”. A ricordarlo è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a ReStart su Rai3.
“È partito l’altro ieri il primo cargo, in aereo fino alla Giordania e poi da lì, attraverso i valichi aperti, arriverà alla gente palestinese. Questo – aggiunge – lo facciamo con il sostegno sia del governo di Israele sia dell’Autorità Nazionale Palestinese perchè l’Italia è in grado di parlare con entrambi per aiutare la gente civile”.
“Poi ci sarà un altro percorso di aiuti alimentari e igienico sanitari, che partirà dai porti italiani per arrivare a Cipro e poi, con il corridoio umanitario, da Cipro verso Gaza sempre via mare”, ha detto ancora Tajani.

Premier su spari ambasciata Usa, situazione ora stabile, si indaga

Il primo ministro libanese ad interim, Najib Mikati, ha fatto sapere in un comunicato diffuso dal suo ufficio di essere stato informato del tentato attacco di stamattina all’ambasciata Usa in Libano e del fatto che la situazione è ora stabile e che sono in corso indagini. Mikati ha avuto incontri con il ministro della Difesa e con il comandante dell’esercito. Secondo quanto riferito ufficialmente dall’esercito un uomo armato, identificato come cittadino siriano, ha sparato davanti alla sede diplomatica ed è rimasto ferito nello scontro a fuoco e poi arrestato. La motivazione non è chiara ma i media libanesi hanno pubblicato delle foto che sembrano mostrare un aggressore insanguinato che indossa un giubbotto nero con la scritta ‘Stato Islamico’ in arabo e le iniziali inglesi ‘IS’. I media locali riferiscono di uno scontro a fuoco con almeno un aggressore, durato quasi mezz’ora. Un video apparso sui social media mostra un uomo armato in un parcheggio di fronte all’ingresso dell’ambasciata che spara con quello che sembra essere un fucile d’assalto. L’ambasciata Usa ha dichiarato che l’attacco all’ingresso dell’ambasciata non ha causato vittime tra il personale e che le truppe libanesi e la sicurezza dell’ambasciata si sono mobilitate rapidamente.

Tajani: su proposta Usa c’è momento di stallo

Sulla proposta americana per un cessate il fuoco “c’è un momento di stallo, sembrava che procedesse nella giusta direzione. Il governo italiano sostiene con grande forza la proposta statunitense perché è quella che può interrompere i combattimenti”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Coffee Break su La7.

Israele aumenta a 350 mila riservisti da poter richiamare

Il governo israeliano ha aumentato da 300.000 a 350.000 il numero di riservisti che le forze armate possono richiamare in caso di necessità. La misura, che arriva mentre crescono le tensioni con Hezbollah sul fronte settentrionale al confine con il Libano, rimarrà in vigore fino al primo agosto.
Nel pieno della guerra nella Striscia di Gaza, l’Idf ha richiamato un totale di 287.000 riservisti, molti dei quali al momento sono già stati rilasciati dal servizio: è stata la più grande convocazione nella storia dello Stato ebraico.
Secondo l’esercito, l’aumento del numero di riservisti che possono essere richiamati non ha nulla a che fare con le tensioni nel nord di Israele con Hezbollah ma è legato all’operazione a Rafah, nel sud di Gaza, che richiede più truppe di quanto inizialmente previsto.
Il tetto, inizialmente fissato a 300.000, era stato portato a 360.000 nelle prime settimane di guerra, poi è stato ridotto a 300.000 e ora è stato nuovamente aumentato a 350.000.

Israele, prorogato di 35 giorni il bando ad Al Jazeera

Il tribunale distrettuale di Tel Aviv ha approvato la richiesta del ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi di rinnovare il divieto della rete di notizie Al Jazeera in Israele, ritenendo che esiste uno “stretto legame” tra il canale e Hamas e che la rete del Qatar provoca “danni reali” alla sicurezza israeliana scrive il Times of Israel.
La corte concede la proroga di 35 giorni, non i 45 giorni richiesti da Karhi, perchè ad Al Jazeera non è stata concessa un’udienza. Alla testata è stato vietato di trasmettere in Israele e il suo sito web è stato messo offline nel paese il 5 maggio in conformità con una legge di emergenza che consente di bloccare temporaneamente le testate straniere ritenute in violazione della sicurezza nazionale.

Israele chiude il campo di detenzione al centro delle accuse per violazione dei diritti umani

Israele sta chiudendo il campo di detenzione di Sde Teiman per i palestinesi catturati nella guerra di Gaza. La struttura, gestita dall’esercito, è stata al centro delle accuse di violazione dei diritti umani. Lo hanno reso noto funzionari della giustizia israeliana.

Rispondendo a una petizione presentata da un gruppo israeliano per i diritti, gli avvocati statali hanno affermato che 1.200 prigionieri del campo sono già stati trasferiti e che al momento sono rimasti solo 200 detenuti. Secondo i funzionari, la riduzione del numero migliorerà le condizioni del campo, il cui futuro deve ancora essere deciso.

Netanyahu: “Siamo pronti a un’azione forte nel Nord”

Netanyahu ha visitato il confine settentrionale del Paese con il Libano e ha affermato che Israele è pronto per un’azione forte nel Nord. Le città israeliane vicino al confine, molte delle quali sono state evacuate, sono state bersaglio frequente di lanci di razzi e droni da parte del gruppo militante libanese Hezbollah. I razzi hanno innescato enormi incendi questa settimana, bruciando fasce di terra nel Nord di Israele. “Chi pensa che possono farci del male e che noi resteremo a guardare sta commettendo un grosso errore. Siamo preparati per un’azione molto forte nel Nord. In un modo o nell’altro ripristineremo la sicurezza nel Nord”.

L’aggressore all’ambasciata Usa di Beirut è un cittadino siriano

L’uomo armato che ha sparato nei pressi dell’ambasciata americana a Beirut è un cittadino siriano, è stato portato in ospedale per cure e i soldati stanno perquisendo la zona. Un membro della squadra di sicurezza dell’ambasciata è rimasto ferito nell’attacco e che i soldati libanesi hanno ferito l’aggressore allo stomaco. L’ambasciata si trova a nord di Beirut, in una zona altamente protetta, con numerosi posti di blocco lungo il percorso verso l’ingresso. A settembre sono stati sparati colpi di arma da fuoco vicino all’ambasciata senza che si segnalassero feriti. A ottobre, decine di manifestanti si sono radunati davanti all’ambasciata per manifestare nei primi giorni della guerra di Gaza, e le forze di sicurezza libanesi hanno utilizzato gas lacrimogeni e idranti per respingerli.

Idf: colpiti cinque siti nel sud del Libano

L’Idf ha colpito cinque siti nel sud del Libano. Lo riferisce l’esercito israeliano, precisando che le aree in questione sono Zabqin, Ayta ash Shab, Odaisseh, Blida e Markaba. Nei raid sono stati colpiti due siti di lancio missilistici di Hezbollah e tre edifici militari, hanno aggiunto i militari. Il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha detto ieri che l’esercito è preparato “per un’offensiva nel nord contro Hezbollah. Siamo vicini a un punto decisivo”.

Da Camera Usa ok alle sanzioni alla Corte penale internazionale per il mandato di arresto contro Netanyahu

La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, a maggioranza repubblica, ha approvato un provvedimento per sanzionare la Corte penale internazionale dell’Aia dopo la richiesta di mandato di arresto internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del suo ministro della Difesa Yoav Galant. Il provvedimento ha ottenuto 247 voti a favore e 155 contrari. Anch 42 democratici hanno votato con i repubblicani.

Le forze israeliane arrestano 35 persone in Cisgiordania. Raid vicino a Hebron

Le forze israeliane hanno arrestato 35 persone a Beit Ummar, 11 km a nord-ovest di Hebron, in Cisgiordania, dove era in corso raid dell’Idf. Lo scrive al Jazeera, aggiungendo che le forze israeliane si stanno spostando nelle aree vicino a Jenin, Nablus, Ramallah e Gerico.

Un uomo spara contro l’ambasciata Usa a Beirut, ferito dai soldati

Un uomo ha esploso colpi di pistola contro l’ambasciata Usa a Beirut, i soldati hanno risposto al fuoco ferendo l’assalitore.

Esplosione in base Idf nel sud Israele, 9 soldati feriti

Nove soldati, di cui due in modo grave, sono rimasti feriti dopo un’esplosione avvenuta ieri in una base dell’Idf nel sud di Israele. Lo comunica l’esercito israeliano come riporta “The Times of Israel”. I feriti sono stati trasportati in ospedale e l’Idf sta indagando sulla deflagrazione.

Media, Israele chiede garanzie a Usa se Hamas viola accordi

Il Gabinetto di guerra israeliano riunitosi in serata avrebbe deciso di “esigere” dagli Stati Uniti sul fatto che lo Stato ebraico potrà andare avanti nella sua guerra contro Hamas qualora il gruppo palestinese dovesse violare l’accordo di cessate il fuoco e tregua in cambio della liberazione degli ostaggi. Lo riporta l’emittente pubblica israeliana Kan. Un funzionario governativo parlando in forma anonima ha affermato che la decisione unanime israeliana probabilmente ridurrà le prospettive di un accordo per la liberazione degli ostaggi detenuti a Gaza.



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di
www.repubblica.it
2024-06-05 21:36:03 ,

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